Il Losar o Capodanno Tibetano viene celebrato il primo giorno del calendario lunare. Della durata di 15 giorni, i festeggiamenti più importanti si concentrano nei primi tre.
La vigilia del Capodanno i i monaci praticano la puja verso le divinità protettrici, ed iniziano le preparazioni per le celebrazioni del Losar, dedicando l’ultimo giorno dell’anno alla pulizia del monastero. Un piatto tipico di questa festività sono una sorta di noodles chiamati guthuk, composti da nove diversi ingredienti. In questo periodo si donano delle polpette di pastella con dentro degli ingredienti specifici come peperoncino, sale, lana, riso e carbone. Ogni ingrediente all’interno della polpetta rappresenta un carattere: i peperoncini stanno a significare loquacità, il sale, la lana e il riso sono portano fortuna, il carbone infine ha lo stesso significato della nostra Epifania.
Nei monasteri vengono appese decorazioni e fatte offerte, che si chiamano Lama Losar, inoltre nelle prime ore dell’alba dell’ultimo giorno, i monaci del monastero di Namgyal offrono la tor ma (torta sacrificale) al alla dea Palden Lhamo, la più importante tra le divinità protettrici. Guidati dal Dalai Lama, si uniscono alla cerimonia delle offerte di preghiera anche gli abati di tre grandi monasteri, i lama, i tulku (monaci reincarnati), gli ufficiali del governo ed i dignitari. Terminato il rito, tutti si riuniscono in una sala detta “Eccellenza del Samsara e del Nirvana” per una cerimonia di saluti ufficiali, chiamati Tashi Delek, seduti a terra con dei cuscini.
I rappresentanti dei tre grandi monasteri e dei due collegi tantrici donano al Dalai Lama delle “pillole sacre” (ril bu) fatte di pasta d’orzo arrostita, per augurargli un Nuovo Anno all’insegna della buona sorte. Successivamente, gli intrattenitori chiamati garma si esibiscono nella gumpa, una danza che porta fortuna. Due monaci anziani intraprendono un dibattito filosofico buddhista, concludendolo con versi di buon auspicio per l’anno che verrà. Viene richiesto spiritualmente che il Dalai Lama e altri detentori della dottrina rimangano ancora molto tempo sulla terra in modo da guidare i buddhisti verso gli insegnamenti illuminati. Le cerimonie della giornata si concludono con un rito d’addio rivolto al Dalai Lama, che rientra nel suo palazzo.
Il primo giorno si estrae una birra tibetana chiamata changkol dal chhaang.
Il secondo giorno viene chiamato “Losar del Re” (gyal-po lo-sar) poiché, ufficialmente, la giornata è riservata all’incontro secolare nella sala dell’Eccellenza del Samsara e del Nirvana.
Dal terzo giorno in poi il popolo e i monaci si godono con cibo e bevande la festività.