Nel mese di ottobre o novembre si svolge il Diwali o Capodanno Indiano che simboleggia la vittoria del bene sul male. Caratteristici di questa importante festività sono i diya, le candele e lampade tradizionali che vengono accese per celebrare la divina unione di Lakshmi (dea della fortuna) con Vishnu (il Conservatore).
Il fascino visivo di questa festività le ha portato il soprannome di “festa delle luci”, dove ogni luce ha il compito di aiutare la dea a rischiarirle il cammino. Il suo passaggio simbolico vicino alle case e ai villaggi che la guidano nell’annuale venuta sulla terra, porta fortuna e prosperità.
Durante il Diwali alle quattro del mattino gli hindu si lavano, si cospargono il corpo con olio profumato al gelsomino e indossano vestiti nuovi. E’ molto diffusa anche l’usanza di scambiarsi i vestiti, sari (abiti femminili) e dhoti (abiti maschili).
TRADIZIONI E RITI
Il capodanno dura dai 4 ai 5 giorni: nel primo giorno –Dhana-Trayodashi – viene accesa davanti alla finestra o alla casa una lampada con la fiamma rivolta verso Sud . Questa è un’offerta al Dio della Morte e dell’Ordine Cosmico, Yama.
Durante il secondo giorno di Capodanno – Narak Chaturdashi – si celebra la vittoria di Krishna sul demone Narakaasura. La leggenda è narrata nel Bhaagavata: Un giorno, Narakaasura, un terribile demone, che viveva in Pragjyotisha, (identificato con la parte occidentale dell’odierno Assam), rapì la figlia di Visva-Karma, l’architetto degli dei.
Pur avendo già rapito più di sedicimila principesse, Narakaasura questa volta aveva osato toccare un’apsara (principessa celestiale). Gli dei decisero così di intervenire per impedire che da quel momento in poi ogni principessa, anche di natura divina, potesse essere rapita.
Tutte le fanciulle si riunirono per pregare Vishnu di distruggere Narakaasura e di liberarle restituendo loro onore e virtù.
Narakaasura un tempo aveva praticato meditazione e penitenza, ma successivamente divenne malvagio portando Vishnu a chiamare Krishna per eliminarlo.
In ricordo delle passate virtù fu concesso a Narakaasura di venire celebrato un giorno all’anno. Ecco che il secondo giorno del capodanno induista viene ricordata la sua uccisione da parte di Krishna.
Le sedicimila principesse liberate divennero le spose del loro liberatore Krishna.
In questo giorno gli hindu si alzano più presto del solito. Si strofinano il corpo con oli profumati prima di fare il bagno. Dopodiché indossano abiti puliti e iniziano la giornata facendo colazione con amici e parenti. Di sera la casa viene illuminata con lampade a olio.
Nel terzo giorno di capodanno – Lakshmi-Puja – Lakshmi viene venerata in ogni casa con di gioielli in oro o rupie d’argento. Tutte le porte e le finestre sono tenute aperte affinché Lakshmi possa entrare e benedire la casa. Si disegnano i rangoli con la farina di riso vicino all’ingresso, raffiguranti il fiore di loto che è il sedile preferito della Dea della prosperità. Fuori dalla casa illuminata numerose lampade indicano la strada a Lakshmi.
I commercianti sono soliti chiudere l’anno finanziario e dedicarsi alla devozione della Dea.
Passando al quarto giorno – Bali-Pratipaddaa – viene ricordato il re Bali per la sua enorme generosità. Un tradizione in questo momento del Capodanno è il dono di un gioiello alle mogli da parte dei mariti e scambiarsi regali tra amici e parenti. E’ anche il giorno di Kartik è uno dei più propizi per gli hindu che dà anche inizio al nuovo anno per le attività finanziarie.
Il quinto giorno e ultimo giorno di capodanno – Bhratra-Dvitiy – è dedicato alle sorelle. All’uomo è proibito mangiare qualsiasi cibo cotto dalla moglie, dovendosi recare dalla sorella che gli dà dello zucchero e dopo averlo oleato gli fa un bagno cerimoniale. Poi gli mette un punto rosso di polvere curcuma (Kumkum) sulla fronte e lo onora facendo tre giri di in senso orario davanti a lui per allontanargli il male con una lampada. Terminato il rituale il fratello le fa un regalo. Questa tradizione di capodanno è basata su un racconto del dio Yama, figlio del Sole (Surya) e chiamato il Signore della Morte perché fu il primo a morire, che, in questo giorno, mangiò nella casa della sorella Yamuna. L’amore di Yamuna nell’accoglierlo portò Yama a volere che la cerimonia fosse ripetuta ogni anno.